Articolo ripreso da web.vita.it (foto ASN - FIMF)
San Giuliano di Puglia.
Nunziatina, i trenini e le olive
di Ettore Colombo (e.colombo@vita.it)
07/01/2003
Resoconto, un po' tardivo ma sentito, di una bella iniziativa che
si è svolta nel paese colpito dal sisma grazie all'impegno
degli "amici dei trenini".
E della forza di mamma Nunziatina
Sono la mamma di Luigi e la mamma di tutti questi angeli. A nome di tutti i papà e di tutte le mamme affidiamo al Signore questi nostri angeli, gli angeli di San Giuliano. Noi siamo fortunati, perché abbiamo il loro volto vicino a noi. A tutti chiedo una sola cosa, che le nostre scuole siano più sicure, non voglio assolutamente che nessuna mamma e nessun papà, che nessuno pianga più i suoi figli". La messa stava quasi per finire e il tendone bianco, dove erano allineate quelle due lunghe file di bare bianche era gonfio solo di dolore e di lamenti sommessi. All'improvviso un brusìo avvertì dell'inaspettato temporale in arrivo. Una bella donna, alta, mora, il volto chiaro, ovale, la pelle bianca sul nero degli abiti, improvvisamente si materializzava dietro le spalle del vescovo, su quell'altare improvvisato di quella chiesa improvvisata, il 3 di novembre 2002, a ridosso della festa dei morti e della tragedia grande, quella di San Giuliano di Puglia. Palco e microfono li raggiunse di scatto, con un balzo, Nunziatina Porrazzo, e a vederla oggi, a casa sua, a Santa Croce di Magliano, dove vive con il marito Modesto Petacciato, che ha fatto per tutta la vita il muratore, ma che da un po' di tempo gestiva con la moglie un'azienda agricola che vende prodotti biologici e che è ferma da quel giorno –"perché c'è stato il terremoto, perché è tutto fermo e perché noi non ce la sentiamo ancora", sospira lei – capisci dove abbia trovato la forza di parlare di fronte a tutta la nazione, in un giorno simile. Nel giorno dei funerali ufficiali delle piccole 27 vittime (e dei tre adulti) morti sepolti sotto le macerie della scuola Jovine la notte di quel maledetto 31 ottobre 2002. Scuola crollata "causa terremoto". E forse anche "causa errore umano".
![]() Il gruppo con Nunziatina davanti alla scuola |
![]() il gruppo con il vicesindaco |
![]() il carico a Isola Vicentina |
Ma Nunziatina ora è qui che offre un caffè agli "amici" di tante Associazioni fermodellistiche del Nord Italia che hanno macinato centinaia di chilometri in un giorno per regalare trenini e giocattoli (il bilancio dei doni ammonta a più di trenta confezioni di trenini per i bambini e altrettante confezioni di giochi e giocattoli per le bambine, ma anche a due computer nuovi di zecca, di cui uno per il parroco, don Ulisse, un aspirapolvere per la chiesa e una pianola elettronica per la scuola) ai bambini e che lei e suo marito hanno accolto e scortato in un giro a San Giuliano, che è insieme un giro del dolore e della memoria, cui abbiamo partecipato, il 27 dicembre del 2002. |
![]() ... direttamente dal produttore! |
![]() Cesare e Mauro pronti a partire! |
![]() La scuola |
Vita, infatti, è stata tramite dell'iniziativa (iniziativa che, detto senza enfasi, ma con orgoglio e riconoscenza verso Mario Cantelmi e i suoi amici, ha raccolto in un mese la ragguardevole somma di 4000 euro tra oltre cento sottoscrittori di varie associazioni - Gfm, Asn, Lfi, Fimf - tutte sigle che raccolgono gli amanti dei trenini) mettendo in contatto gli amici in questione – ormai tali li riteniamo, dopo una giornata con loro – con la giunta comunale, la scuola, il comitato delle vittime e la famiglia Setacciato di San Giuliano. |
Nunziatina ha accompagnato umbri, toscani, romagnoli e milanesi amanti dei trenini e della vita nella nuova scuola costruita grazie alla solidarietà degli italiani raccolta da Tg5 e Corriere della Sera, li ha fatti incontrare con le maestre, il preside Giuseppe Colombo, gli operatori sociali, gli psicologi, i volontari.
Poi li ha portati al Com, per un breve saluto al sindaco, cui hanno consegnato una targa ricordo dell'iniziativa, ed alle altre autorità presenti. Autorità per modo di dire: a San Giuliano tutti fanno tutto, dai mestieri più umili alle incombenze più gravose, in questi momenti.
![]() l'incontro con il sindaco |
![]() la consegna della targa |
![]() Il sindaco con la targa |
![]() Don Ulisse e la sua preziosa aspirapolvere |
Non è mancato il saluto del parroco mite e tuttofare, quel don Ulisse che è diventato un vero punto di riferimento per la comunità e la segue discreto ma passo per passo. Infine, prima di tornare a Santa Croce, a uno sputo dalla nuova San Giuliano di legno che sta nascendo, una piccola sosta al cimitero, di quelle che ti si stringe il cuore. Tutte quelle lapidi, tutti quei messaggi, tutti quei fiori. Le foto, i volti e i nomi dei bambini quasi non si leggono, carichi e coperti come sono da tutta quella pietà e quell'affetto che c'è intorno a loro. E forse è meglio così. La pietà a volte ti stritola. "Non deve più accadere che una mamma mandi il figlio a scuola e che non torni più", continua a ripetere Nunziatina con il suo volto bello, forte e la sua voce delicata, mentre ci mostra, tornati tra le mura domestiche, le foto di Luigi. |
Aveva 7 anni, Luigi, "grandi occhi neri e una gran voglia di vivere", ci racconta. "Ecco, guarda, qui era Carnevale, qui spegne le candeline. E qui nuota con la sua amica Maria. Sono nati e morti nello stesso giorno. Noi e i genitori di Maria, Caterina e Giovanni, li abbiamo battezzati assieme, eravamo diventati 'compari', come si usa qui, tra noi. Luigi e Maria stavano sempre assieme. Ora riposano assieme, al cimitero". La mamma di Luigi continua a ripetere soltanto "mai più" e questo compito si è preso e spiega a tutti: "Voglio scuole più sicure". Il padre, Modesto di nome e di fatto - un uomo concreto, spigoloso, ma non piegato, reattivo e solido – non si dà pace, invece. Ce l'ha con i soccorsi: "Se fossero stati meglio coordinati se ne salvavano di più". Ce l'ha con chi ha costruito quella maledetta scuola ed ora chiede "giustizia", ma "giustizia vera e subito". Ce l'ha con chi ha "deportato" i suoi concittadini a chilometri di distanza, sul mare, dove non è più casa loro, ed anche con chi vuole far rinascere un paese intero troppo lontane dal suo alveo naturale, storico, vero. | ![]() Simone con Mauro |
![]() Simone con Mauro, Cesare e Mario |
![]() Simone con Cesare |
![]() Missione compiuta! ci si concede un attimo di relax |
Gli amanti dei trenini e dei modellini che hanno portato il loro carico di doni, bontà e generosità ascoltano in silenzio gli sfoghi, il dolore, la rabbia poi l'atmosfera di festa – per quello che si può – si ricompone e li salutano con affetto e commozione, promettendo di tornare a trovarli a Pasqua, "per vedere come va". Nunziatina e Modesto stavano cogliendo le olive quando sono corsi ad avvertirli che era crollata la scuola. Ora ci salutano sereni sulla porta di casa, dove ci hanno ospitato con tutti i crismi della bonomia molisana, ma un groppo sale alla gola. Quanto è grande il dolore? Quello di Nunziatina e Modesto Petacciato di San Giuliano di Puglia, Molise, forse è' grande come un infinito campo di olive.
L'iniziativa LFI-ASN
ASN (Associazione Nazionale Amici della Scala N), GFM (Gruppo
Fermodellistico Milanese), Museo della Scala N, LFI (Lista Fermodellisti
Italiani) e Tmrc (The Tech Model Railway Club of MIT), insieme alla
disponibilità della ditta Lima (con i suoi marchi Arnold, Rivarossi, Jouef e
Pocher) hanno raccolto e donato ai bimbi di San Giuliano di Puglia, paesino
sconvolto dal terremoto e dai lutti, giochi ferroviari (ai maschietti),
giocattoli per le femminucce, computer, stampanti, fino agli aspirapolvere
richiesti dal parroco.
Appunti di viaggio
L'avventura vera e propria comincia sabato 21 dicembre, alle 8.00 del
mattino, alla rotonda di Casalecchio di Reno, appuntamento con il nostro
socio Cesare Poggioni, formidabile compagno di viaggio.
Destinazione Isola Vicentina, sapientemente guidati dalle istruzioni del
socio Mauro Bonetto di Vicenza.
Arrivo alla Lima alle 10.30 e accoglienza da parte del magazziniere, che era
già stato allertato del nostro arrivo. Carico veloce e rientro a Bologna.
Tutto bene fino a Rovigo dove il furgone comincia a fare i capricci. Fino a
fermarsi e non volerne più sapere di ripartire. Filtro del gasolio intasato
da carburante torbido.
Poco male. Sostituito il filtro, il motore ricomincia a cantare e ci riporta
a Bologna senza problemi.
Il 27 mattina, alle 6.30, comincia la seconda parte dell¹avventura.
L'appuntamento con gli altri membri della spedizione è fissato alle ore 7.00
al casello autostradale di Bologna S. Lazzaro, dove mi aspettano Mario
Cantelmi, presidente del GFM, proveniente da Milano, Roberto Rolfo da Lucca
e il citato Cesare Poggioni che scende da un remoto paesino dell'Appennino
tosco-emiliano.
Il furgone non parte, proprio non ne vuole sapere di mettersi in moto, e qui
si apprezza tutta la validità della telefonia cellulare. In meno di cinque
minuti tutti i componenti della spedizione vengono raggiunti e allertati.
Cambio il punto di ritrovo, che diventa, gioco forza, il cortile della mia
abitazione, dove il furgone giace inanimato.
Alle 8.00 siamo riuniti tutti attorno al meccanico che ci spiega che deve
rimorchiarlo in officina.
La decisione è critica e le possibilità vengono tutte valutate, tranne che
quella di rinviare il viaggio.
Attaccata la barra di traino al furgone e raggiunta una velocità sufficiente
si prova comunque a metterlo in moto. Dopo una fumata nera che niente ha da
invidiare a quella delle nostre amate macchine a vapore il furgone parte. La
diagnosi è ingolfamento, la causa è sempre quel famoso carburante poco
limpido che ancora giace nel serbatoio. Il suggerimento del meccanico è
quello di fare subito gasolio per diluire altre eventuali impurità. Così
facciamo e nessun altro problema abbiamo subìto a causa del mezzo meccanico.
Sono le 9.00 del mattino e abbiamo accumulato quasi due ore di ritardo sulla
nostra tabella di marcia, ma poco importa.
Mario ed Emanuela (la mia compagnia) si accomodano sul furgone mentre Cesare
siede di fianco a Roberto, che ci segue, come mezzo di appoggio, con la sua
auto (non siamo proprio certissimi che il furgone non ci molli in mezzo
all'appennino abruzzese!)
Il viaggio procede bene, le condizioni meteo sono ottimali e dopo Pescara ci
congiungiamo con Andrea Camera e Anna Maria per proseguire fino a San
Giuliano di Puglia.
Alle 14.00 siamo arrivati al bivio convenuto, dove ci aspetta Modesto,
marito di Nunziatina Porrazzo, del coordinamento aiuti alle famiglie, per
scortarci fino al paese.
Un saluto, un caffè (mangiare neanche a parlarne, per recuperare il tempo
perso in precedenza) e subito alla scuola Francesco Iovine, a scaricare i
colli contenenti il materiale.
La scuola è situata a circa tre km dal centro del paese ed è abbastanza
scomoda da raggiungere. La strada è sterrata e di recente costruzione,
fangosa e trafficata da automezzi pesanti della protezione civile, ma il
furgone ha deciso di smetterla di fare i capricci e ci porta a destinazione.
Breve colloquio con la Vicepreside e scatoloni scaricati in una stanza,
liberata appositamente per ospitare i nostri doni. Alcuni di questi non sono
inscatolati ma dentro alcune grosse buste di plastica (alcuni start set
acquistati in un centro commerciale) e Simone, un bambino tra i destinatari
dei doni, non resiste alla tentazione e si fa consegnare il suo trenino
immediatamente.
Va meno bene ad altre due bambine perchè i giochi per loro sono sigillati
dentro gli scatoloni e, rassegnate, aspetteranno la ripresa delle lezioni
per ricevere il loro.
Dopo aver salutato il Preside della scuola ci dirigiamo verso il C.O.M.
(Centro Organizzativo Mobile), dove ci aspettano il Sindaco e il Vice
Sindaco, per la consegna della targa.
Prima di arrivare ci fermiamo al cimitero, per un breve saluto agli Angeli
di San Giuliano. Il momento è struggente e intenso, quanto doveroso.
Arrivati al C.O.M. abbiamo consegnato al Sindaco di San Giuliano la targa
commemorativa, della quale potete trovare sul nostro forum la scansione
fotografica.
Nel frattempo è calato il buio e Nunziatina insiste per ospitarci a cena.
Noi sappiamo che il ritorno è ancora lungo e cominciamo ad accusare la
stanchezza, quindi ripartiamo senza indugiare troppo, anche perchè la
cortesia e l'ospitalità molisana, unitamente al borbottio dei nostri
stomaci, rischiano di farci cambiare idea.
Raggiunta Termoli ed imboccata l¹autostrada ci ristoriamo al primo
autogrill.
Il viaggio di ritorno è più silenzioso, anche se abbiamo un componente in
più, visto che Roberto decide di rientrare a Lucca passando per Roma e
Cesare rientra a Bologna con noi. Provo a spezzare il silenzio con qualche
domanda "delle mie" su circuiti elettronici e storia delle ferrovie, ma la
voglia di chiacchierare è poca.
Verso l'una di notte ci salutiamo, Cesare deve ancora percorrere un tratto
appenninico per arrivare a casa e Mario deve ancora macinare la strada per
Milano, anche se percorrerà gli ultimi 200 km con un mezzo più comodo e
affidabile.
Fatico ancora oggi, a distanza di un paio di settimane (ndr.: l'articolo è
stato scritto nei primi del 2003) a trovare le parole per descrivere quello
che abbiamo fatto, senza nascondere che un groppo alla gola mi attanaglia,
tutte le volte che ripenso a questo 27 dicembre 2002. Risalgono alcuni flash
dalla memoria uniti ad alcuni pensieri maturati sul posto, ma niente di
definitivo, tutto è ancora in fase di metabolizzazione.
Rimangono però alcune immagini, come l'espressione di Simone con il "suo"
trenino, la dolcezza di Nunziatina mentre ci racconta di "quanto gli piaceva
il trenino" al suo Luigino, i caterpillar che sventrano la campagna
circostante al paese, quelle sì, quelle rimarranno per sempre.
Così come per sempre rimarrà il ringraziamento a tutti coloro che, con il
loro contributo solidale, hanno reso possibile tutto questo.
A loro va il ringraziamento da parte dei bambini di San Giuliano di Puglia.
Mauro Porcelli